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sabato 29 ottobre 2011

PAMUKKALE - Castello di cotone



Visto che siete stati così gentili ad aprezzare il Nemrut Dagi, vi propongo un'altro luogo "magico", anche questo ho avuto la fortuna di vederlo nel lontano 1972 quando ancora era  quasi "inesplorato".
Pamukkale, che in turco significa "castello di cotone", è un sito naturale della Turchia sud-occidentale, nella provincia di Denizli, prossimo all'omonimo abitato. L'antica città di Hierapolis venne costruita sulla sommità del bianco castello che copre un'area di 2700 metri di lunghezza e 160 d'altezza. Può essere visto da grande distanza, perfino quando ci si trova sul lato opposto della vallata, a circa 20 km dalla città di Denizli. Pamukkale si trova nella regione interna Egea, nella valle del fiume Menderes, che crea un clima temperato per buona parte dell'anno.
I movimenti tettonici non solo hanno causato frequenti terremoti, ma hanno anche permesso la nascita di numerose fonti termali, ed è proprio l'acqua che sgorgata da queste fonti con il suo contenuto minerale, in particolare di gesso, che creò Pamukkale. A parte una piccola quantità di materiale radioattivo, l'acqua contiene grandi quantità di carbonato di idrogeno e calcio, che rende le piogge ricche di bicarbonato di calcio. Questi fenomeni atmosferici lasciano spessi strati bianchi di calcare e travertino lungo il pendio della montagna, rendendo l'area simile ad una fortezza di cotone o di cascate di ghiaccio.
 Ora non è più così e io purtroppo l'ho vista degradare negli anni ( ci sono stata talmente tante volte)


Sfortunatamente Pamukkale venne abusata nel tardo ventesimo secolo, alcuni hotel furono costruiti sopra al sito, distruggendo parte delle rovine di Hierapolis. L'acqua calda fu incanalata allo scopo di riempire le piscine artificiali degli alberghi. Gli scarichi di queste ultime per anni riversarono le acque reflue direttamente sul sito contribuendo in maniera determinante all'inscurimento delle vasche calcaree. Fu anche costruita una strada asfaltata in mezzo al sito per permettere ai visitatori di raggiungere la parte alta della formazione in bici, moto o a piedi. Inoltre fu concesso a questi ultimi di lavarsi all'interno delle vasche calcaree utilizzando detergenti di natura industriale aggravando ulteriormente il problema.
A seguito dei danni prodotti, L'UNESCO è intervenuta, predisponendo un piano di recupero nel tentativo di invertire il processo di inscurimento. Gli hotel furono demoliti, e la strada coperta da piscine artificiali che sono tuttora accessibili, a differenza del resto, dai turisti a piedi nudi. Una piccola trincea è stata scavata lungo il bordo, al fine di recuperare l'acqua ed evitarne la dispersione. Le parti brune sono sbiancate lasciandole al sole, in assenza di acqua per diverse ore al giorno. Per questo motivo molte piscine sono vuote. Alcune aree sono coperte d'acqua per un paio di ore al giorno, secondo la programmazione mostrata in cima alla collina. Inoltre il sito è costantemente sorvegliato da addetti che impediscono ai visitatori di abusare dei luoghi. Grazie a questi interventi il luogo sta lentamente riprendendo il suo naturale colore bianco.
L'attività vulcanica sotterranea che ha generato le fonti termali, permette anche all'anidride carbonica di fuoriuscire generando quella che viene chiamata "Plutonium", formata interamente da plutone, e che significa "luogo del dio della morte".

 Per ricordare com'era lascio un'altra mia poesia.

Il sole abbacinante
dardeggia
le pareti bianche
dove rivoli d'acqua
scorrono
dal tempo dei tempi.
Goccia a goccia,
stilando dalle fessure
ha costruito
un castello per le fate
con guglie e merli,
con terrazze
e piccoli passaggi
dove i raggi del sole
a sera
colorano di rosso
e arancione,
di giallo e di sfumature
sempre più scure, 
mentre la notte avanza
e nel buio
la luna
si perde
in quella foresta
lattiginosa.

1990 ultimo viaggio in Turchia.
una visione già deturpata, ma che in me era rimasta sempre uguale, ci ho camminato con i miei figli, mi sono immersa nelle piccole piscine, sono stata sotto le cascate in luogo quasi irreale.



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