ho imparato ad andare in bicicletta "rubando" quella di mio padre, da uomo logicamente, quante cadute e quanti ginocchi sbucciati!
poi all'età di circa 12 anni sono diventata felice proprietaria di una splendida (usata , comperata a Porta Palazzo) bibicletta di nome Giulietta, finalmente da donna, ma...da donna adulta e quindi per partire o c'era un rialzo o si partiva a spinta. Ne ho fatti km e ancora cadute e cadute.
Molto più tardi arrivò la Graziella, avvenierestica bicicletta pieghevole, rosa confetto, qui incominciarono le mie esperienze migliori : imparai ad andare senza mani (in discesa naturalmente) e imparai le cadute multiple (perchè si poteva andare anche in due (e logicamente ..cadere in due). Unico neo, non la piegai mai perchè nel bagagliaio non la potevo mettere, mancava l'auto. Per quella si dovette attendere che prendesse la patente mio fratello perchè mio padre la prese solo della Guzzi, con me come compagno di partenze e fermate, di spegnimenti e sussulti...
e finalmente arrivò l'850...con cui, si fa per dire, presi la patente, provai per lo meno, ma era l'auto di mio fratello e lui non aveva pazienza di sopportare le mie partenze e fermate, per cui andai a scuola guida . Molto orgogliosa di avere nelle mani il "mitico"foglietto rosa della patente riuscii con molte moine a farmi sganciare la macchina per andare alla festa del diploma a cui arrivai tardi, molto tardi perchè in Piazza Statuto tamponai una 500....e chi lo diceva a mio fratello? Questo è stato il mio grande problema.
Dovetti aspettare a sposarmi per avere una macchina tutta mia.........una 500 , anche questa usata, nera con i cofani gialli e il roll bar perchè era un'auto da rally!!
La "magica" doppietta, che rompimento, però ne ho avuto due e mi piacevano molto...erano una vita fa!